LE ISOLE EOLIE
Una riserva di biodiversità e
patrimonio culturale dell’umanità
Le isole Eolie – Alicudi, Filicudi, Lipari, Panarea, Salina, Stromboli e Vulcano -, patrimonio dell’Unesco dal 2000, furono colonizzate dai Greci intorno al 580 a.C: credevano fosse la dimora del dio dei venti Eolo e decisero di dedicarle al suo onore. Qui il mare è il protagonista insieme ai promontori vulcanici, il verde delle isole, il cappero di Salina Presidio Slow Food e le tradizioni che gli eoliani tramandano nel tempo: le spiagge variano mostrando a residenti e viaggiatori le diversità e la bellezza di questi luoghi.
Le Eolie sono un grande attrattore del turismo eno-gastronomico italiano di riferimento, con strutture ricettive e ristorazione di grande fascino e qualità: un’ospitalità che sa coniugare esclusività, ricercatezza e distinzione in un’esperienza di soggiorno indimenticabile. Il rapporto sinergico tra il Consorzio e l’Associazione degli albergatori di Salina Isola Verde, insieme alla ristorazione distintiva delle strutture, è uno dei punti di forza del progetto enoturistico e di soggiorno sviluppato sull’arcipelago.
Sabbia vulcanica, ciottoli levigati dal mare costituiscono uno scenario unico al mondo dove la flora e la fauna si distinguono per l’unicità che raccontano tra le diverse sette perle della Sicilia.
TERROIR
In quest’ambiente che consente una viticoltura ed un’agricoltura rispettosa della natura, i vigneti sono impiantati dal livello del mare fino ad oltre i 400 metri di altitudine su suoli di origine vulcanica con prevalente frazione sabbiosa e ad elevate permeabilità: si tratta di suoli di origine vulcanica, formatisi sulle lave e sui materiali di eruzione di diversa età, in continua evoluzione e, di regola, di limitato spessore. I vigneti, nelle zone di forte pendenza, vengono coltivati, fin dai tempi più antichi, su caratteristici terrazzamenti contenuti da muretti a secco di pietra lavica che rendono ancor più unico un paesaggio già di per sè suggestivo ed affascinante. L’importanza della presenza dei terrazzamenti è data dal fatto che la loro funzione e il loro valore si estende ad aspetti che vanno oltre quello di puro contenimento del terreno per la creazione di nuove aree coltivabili e sono divenuti parte essenziale del paesaggio delle Eolie. La piovosità media annua varia dai 500 ai 600 mm. e si concentra, prevalentemente, durante il periodo autunno/inverno.
LE LIPARI E LA MALVASIA
Alla scoperta del vitigno simbolo di un arcipelago ricco di storia e tradizioni
Lo storico Diodoro Siculo narra di una colonia greca che nel 588-577 a.C. avrebbe importato a Lipari un vitigno che prese il nome di Malvasia. Secondo alcune testimonianze è possibile che il vitigno possa essere stato introdotto dai Micenei che durante il XVI/XIV sec. a.C. allacciarono rapporti con le popolazioni dell’arcipelago eoliano; la cultivar potrebbe essere stata introdotta – secondo altre attestazioni – dai Greci che nel 1580 a.C. colonizzarono le isole Eolie. Sicuramente il legame della viticoltura e della varietà più caratteristica delle sette perle del mediterraneo è quanto mai antico e i ritrovamenti a Lipari di alcune monete risalenti al V/IV sec. a.C. – raffiguranti l’immagine di tralci e di grappoli – ne sono una prova tangibile.
Nel 1900 il vino fu presentato all’esposizione di Parigi dove ricevette premi e grandi attestati di stima. La produzione del vino ha subito, nel corso degli anni, importanti oscillazioni di mercato con una forte ripresa soprattutto a partire dalla fine degli anni ottanta del secolo scorso.
La storia recente è caratterizzata da un’evoluzione positiva della denominazione, con l’impianto di nuovi vigneti, la nascita di nuove aziende e la professionalità degli operatori che hanno contribuito ad accrescere il livello qualitativo e la fama della DOC ‘Malvasia delle Lipari’, come testimoniano i riconoscimenti in campo nazionale ed internazionale dei vini a DOC ‘Malvasia delle Lipari’, prodotti dalle aziende della zona geografica di riferimento.