LA MALVASIA DELLE LIPARI

Una varietà perfettamente inserita
nell’habitat eoliano

La Malvasia è l’uva regina della Lipari:  oggi ha trovato il suo habitat naturale nel terroir delle isole Eolie. Tradizione, innovazione e tanta storia hanno reso importante questa varietà oggi famosa in tutto il mondo.

È vinificata oggi secondo le procedure dell’ l’IGT Salina e soprattutto della DOC Malvasia delle Lipari che ha ottenuto la denominazione il 20 settembre 1973

Appartenente al gruppo delle Malvasie, antichi vitigni di controversa origine, quella della Malvasia delle Lipari è probabilmente legata al mondo greco: il nome deriva dalla città greca del Peloponneso Monembasi, Menemvasia o Monovaxia: “porto con una sola entrata”.  Grazie ai suoli di origine vulcanica e sabbiosa che contengono le giuste sostanze per conferire al vino l’equilibrio necessario tra profumi, zuccheri e acidità, la Malvasia viene vinificata in diverse versioni: passito, passito liquoroso e bianco secco che negli ultimi anni sta impegnando una larga parte dei produttori eoliani visto l’apprezzamento per questa versione moderna e identitaria.

Capofaro Locanda e malvasia. Salina. Isole Eolie.

IL DISCIPLINARE

Il disciplinare prevede l’utilizzo esclusivo di Malvasia di Lipari (massimo 95%) e Corinto nero (dal 5 all’8%):

condizioni ambientali e di coltura dei due vigneti più rigidi e legati alla tradizione in modo da conferire alle uve e ai vini specifiche caratteristiche di qualità grazie al particolare terroir delle isole Eolie. 

Il Corinto Nero, utilizzato in piccolissima parte, è un vitigno a bacca nera originario della Grecia, presente in tutto il Mediterraneo e coltivato a pergolato molto basso, oltre che ad alberello; oggi invece si è diffusa molto anche la controspalliera con impianti di media fittezza per ovviare alla forte ventosità tipica delle isole. L’uva della Malvasia delle Lipari matura tra la prima e la seconda decade di settembre ma viene raccolta in avanzato stato di maturazione.

Per entrambe le varietà è vietata ogni pratica di forzatura ed è ammessa l’irrigazione di soccorso, i sesti di impianto, le forme di allevamento ed i sistemi di potatura devono essere quelli generalmente usati o comunque finalizzati a non modificare le caratteristiche delle uve e del vino.